Charta 181
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Scrivere un editoriale è sempre impegnativo. Perché l’editoriale, a differenza dell’articolo di fondo del quotidiano, è la vetrina di una rivista. Mette in mostra il campionario, getta luce sui contributi, accompagna il lettore e lo invita a seguire un percorso preferenziale.
Implica dunque una certa responsabilità, dal momento che, in poche righe, si capisce subito che cosa ci si può attendere da quel numero, se vale la pena di andare avanti a sfogliarlo o è meglio lasciar perdere.
Essendo strategicamente piazzato su una delle prime pagine a destra, costringe il lettore, anche il più distratto, a dedicargli un po’ d’attenzione.
Una responsabilità non da poco, specie se affidata a un direttore responsabile di nuova nomina che si sente onorato per l’incarico e la fiducia dimostratagli dall’editore, Vittoria de Buzzaccarini, e non vuole deluderla. Donna generosa, intellettuale illuminata e appassionata di libri: tre qualità rare che hanno reso possibile l’avventura di Charta, come di tante altre iniziative editoriali correlate.
Charta ha superato i trent’anni di vita e ha dimostrato di costituire un patrimonio culturale prezioso che va non solo conservato, ma anche incrementato. Apro così questo n. 181 del trentunesimo anno, dedicato interamente a Italo Calvino, di cui ricorre il centenario dalla nascita.
Tra i tanti contributi di questo fascicolo è doveroso segnalare quello in ricordo di Gian Carlo Ferretti, scritto da Alberto Cadioli. L’ultima volta che ho incontrato Ferretti è stato nel 2018 a Meina, sul Lago Maggiore, ospiti di Luca Formenton nella villa Mondadori, dove si è tenuta una grande festa in occasione dei sessant’anni del Saggiatore.
Ferretti è stato un Maestro, non solo per la sua attività giornalistica e critica militante, ma per aver indagato sul rapporto tra letteratura, editoria e società, con una metodologia sociologica, in tempi in cui la sociologia della letteratura era ancora considerata uno strumento povero, adatto solo a giustificare la narrativa di consumo.
I suoi lavori, Il mercato delle lettere (1979), Il best-seller all’italiana (1993), Le avventure del lettore (1997) – per citarne solo alcuni – hanno contribuito a far crescere nei giovani di allora l’interesse per un’analisi letteraria aperta al sociale e al politico; a uscire dalla chiusura, insomma, di un ambiente autoreferenziale.
È in suo ricordo che licenzio questo nuovo numero, ringraziando l’editore Vittoria de Buzzaccarini, il direttore scientifico Alessandro Scarsella e tutti coloro che operano per la redazione, la cura e la stampa di Charta.
Buona lettura!
Carlo Bordoni direttore responsabile