di Walter Trevisson
Alla base di questo libro c'è un manoscritto ritrovato, il memoriale di Tristano, rinvenuto da un amico, secondo le sue indicazioni, in un cestino di Villa Pisani a Stra, una finzione narrativa comune a molte opere, come i Promessi Sposi e Il Nome della Rosa che sospinge il lettore, lievemente ma inesorabilmente, fino all'orlo di un'ambiguità insostenibile e corrosiva, obbligandolo a chiedersi quanto ci sia di reale in ciò che sta leggendo.
La vita di Tristano non è stata“un'iperbole equilatera, ma gibbosa e deforme”, a causa della malattia che ne ha scandito l'esistenza come le lancette di un orologio difettoso. I suoi ricordi della vita in manicomio, all'inizio dell'epoca di Basaglia, raccontano di come la bellezza si nasconda in ogni cosa, persona o luogo, persino nell'immondizia di uno dei monumenti più belli di Italia, Villa Pisani a Stra.
Postfazione di Alessandro Scarsella
Nova Charta 2008, pp. 224, 15 x 21 cm