di Agostino Tonetto
Chi ha scritto le lettere raccolte in questo volume non era certo un uomo politico, un intellettuale o una qualche personalità di spicco, ma una persona come tante, un ortolano, un marito, un padre, uno di quegli Anonimi che raramente si affaccia sulle pagine della Storia, strappato dalla sua terra e dalla sua famiglia per andare a far la Guerra.
E possiamo facilmente immaginarcelo il nostro Agostino Tonetto inciampare sera dopo sera sulle doppie e sulla grammatica chino sui suoi fogli, tutto intento a scrivere le sue lettere al fratello e all'amatissima moglie, chiedendo notizie dei suoi cari e della sua terra, Cavallino, così vicina eppure così lontana dalla Guerra, e rimproverandoli di non scrivergli abbastanza spesso. Tonetto non scrive per esorcizzare l'orrore bellico o trafitto dalla nostalgia, ma per riaffermare la propria esistenza, per sentirsi ancora parte di quel luogo che ciascuno di noi riconosce come casa.
A cura di Lisa Bregantin, Cecilia e Alessandra Stefanini
Nova Charta 2008, pp. 190, ill. b\n, 15 x 21 cm