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In libreria e online il numero 150 di Charta

20/05/2017

Un grande traguardo per la nostra piccola casa editrice che con tenacia e pazienza, numero dopo numero, ha tenuto informati i propri lettori e i propri abbonati con articoli sulla storia dell’editoria, su antichi tipografi, su illustratori celebri, e ha dato notizie sul mondo del fumetto, sui libri per ragazzi, sui libri d’artista. Questo numero in particolare propone una carrellata di articoli sulla cartofilia, le arti grafiche e inoltre un ritratto inedito dell’editore francese Arthème Fayard a cura di Francesco Rapazzini, e un curioso saggio di Mauro Chiabrando su piccoli dispositivi dispensatori di sapere.

I due articoli più interessanti a nostro parere sono:

I libri di domani, oggi
Le Livre de Demain di Arthème Fayard di Francesco Rapazzini

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“Arthème Fayard possedeva, e la parola non è esagerata, il genio dell’editoria” diceva Zamacois. E aveva ragione. Nel 1923 creò una nuova collana: Le livre de demain. Una copertina giallo-arancio, un titolo stampato in nero con dei caratteri un po’ obliqui che non figuravano in alcun catalogo di fonts. Un formato particolare. Una carta raffinata. Le pagine ariose, le parole spaziate. E poi l’idea vincente: una serie di xilografie eseguite dai più importanti incisori di quel primo scorcio del XX secolo ornano le pagine di ognuno dei volumi della collana. Dal 1923 al 1947 editò 235 volumi di 96 autori e Le Livre de Demain fu un successo così grande che anche dopo la morte di Fayard se ne vendettero centinaia di migliaia di copie l’anno.
(Roger Grillon, xilografia per Au dessus de la ville di Edmond Jaloux, 1927)


Il perno e la ruota
Piccoli dispositivi dispensatori di sapere di Mauro Chiabrando





C’erano una volta le app di cartone: la ruota d’Europa, il suggeritore inglese, la tabella delle distanze chilometriche, l’indicatore orario universale, le ruote quiz della Bisleri di Milano, il formulario dei solidi.
Prima che Google ci assistesse in ogni istante per qualsiasi necessità, dei semplici dispositivi formati da due facce di cartone unite da un perno di metallo fornivano le informazioni più disparate. Dai primi del Novecento questi gadget in cartoncino, di cui il disco orario è un tardo epigono, erano usati per la didattica e per l’intrattenimento.​​​​​​​